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| Che si tratti di studiare la crescita delle cellule o i cambiamenti climatici, le simulazioni sui computer sono ormai una parte fondamentale della ricerca scientifica: consentono di contenere i costi e i tempi delle ricerche, di limitare il numero degli esperimenti rischiosi e di affrontare problemi sempre più complessi, che la ricerca sperimentale non riesce a risolvere.
Più potenti sono i supercalcolatori, più efficienti sono gli algoritmi utilizzati, e più le simulazioni riescono ad avvicinarsi alla realtà. Oggi il Cineca mette a disposizione degli scienziati un supercalcolatore con caratteristiche di eccellenza, che consentirà di affrontare fenomeni geofisici su larga scala, come i terremoti o le eruzioni vulcaniche; di analizzare in diverse condizioni chimiche e fisiche i materiali superconduttori, cruciali per il risparmio energetico; di studiare le proprietà dei plasmi, grazie ai quali sarà possibile ottenere dispositivi utili per la costruzione di nuove centrali per la produzione di energia elettrica.
La lista dei “top500” supercomputer più potenti al mondo è stata annunciata qualche giorno fa ad Amburgo nel corso della “International Supercomputing Conference”. L’Italia ha scalato la classifica grazie al nuovo sistema di supercalcolo del Cineca, un IBM P575 Power 6 (al CINECA, il suo codice è “SP6”): 100 Teraflops (100 x 10^12 operazioni/sec) di potenza di picco, 5376 processori, 20 Terabyte di memoria ram, 1,5 Petabyte di memoria di massa. Si tratta di un sistema di applicabilità generale, quindi in grado di rispondere da subito alle crescenti esigenze di una vasta comunità di scienziati computazionali, afferenti a diverse discipline: fisica, astrofisica, scienza dei materiali, fluidodinamica, chimica.
Prospettive per il futuro: verso il Petaflops Nel medio periodo, la scelta di questo supercalcolatore, rappresenta una scelta di continuità per il mondo della ricerca, ed è funzionale a sostenere quella che già oggi si annuncia come una svolta epocale nelle scienze computazionali: il sistema infatti verrà subito affiancato da un supercomputer IBM Blue Gene P, di potenza di circa 15 Teraflops. “Si tratta di un ambiente di calcolo di concezione molto diversa rispetto al passato”, ha affermato Sanzio Bassini, direttore del dipartimento Sistemi e Tecnologie del Cineca. “Lo scopo di questo affiancamento, e la sfida che il CINECA si accinge a cogliere assieme ai ricercatori, è di avviare la sperimentazione e la migrazione del modello di programmazione verso i sistemi ad elevatissimo parallelismo, in vista della successiva installazione nel 2012 di un sistema di classe Petaflops: un IBM Blue Gene Q, con oltre 130mila processori, e una potenza picco di milioni di miliardi di operazionial secondo”.
I sistemi della classe Blue Gene rappresentano un salto innovativo nelle metodologie computazionali sia per gli aspett...Read the whole post...
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